La macabra strategia dei numeri

Quella del gioco alla conta dei numeri dei morti è una strategia macabra. Ancor più lo è quando utilizzata in modo strumentale per mirare alla pancia del cittadino medio.

Chiariamo subito un punto, a scanso di ogni equivoco. Chi scrive ha poca simpatia per Netanyahu e la cricca del Likud e ritiene che, nella risposta all’attacco di Hamas, siano stati compiuti molti errori.

Se nelle prime settimane successive all’attacco di Hamas (quando gli ostaggi erano circa 260 e sia Hamas che Hezbollah lanciavano razzi incessantemente su Israele) l’invasione del nord di Gaza non era solo inevitabile ma necessaria come deterrenza ad un eventuale attacco contro Israele da più fronti (non per nulla gli USA avevano prontamente schierato una portaerei per smorzare le euforie antisioniste), qualcosa è andato storto nel momento in cui il governo israeliano ha scelto di spingersi a sud. Mi spiego. La trappola mediatica di Hamas era evidente, tanto quanto che il fine fosse quello di creare una reazione spietata tale da poter essere mediaticamente pompata per mobilitare l’opinione pubblica mondiale contro Israele. Il centro di Gaza rappresentava una linea rossa da non varcare se non si voleva cadere in quella trappola. 

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