No, il velo non è come la minigonna

In un’intervista per l’Espresso, Aya Mohamed cerca di far passare il velo per una scelta femminista paragonandolo addirittura alla minigonna.

Nel gioco del ribaltamento della realtà, le così dette “femministe intersezionali” rivendicano come simbolo del femminismo quello che invece per le donne iraniane è simbolo di oppressione. Una lotta per la quale molte di loro hanno perso la vita. Si tratta di una stortura sulla quale non si può tacere.

Alessandra Libutti e Anna Paola Concia parlano di questo ed altro, chiedendosi fino a che punto la tolleranza non sfoci nella complicità ad un abuso quando si consente alle famiglie far indossare il velo a bambine di 8 anni a scuola.

Perché, in nome della “tolleranza”, si smette di vedere che nei nostri Stati secolari, dove tutti i cittadini dovrebbero avere gli stessi diritti, si fanno delle eccezioni per le bambine musulmane?

Perché si accetta, in nome della “tolleranza”, che delle bambine siano coperte dalla testa ai piedi e non possano partecipare a molte attività dei loro coetanei?

Perché non salta all’occhio per quello che è: una discriminazione? E come può essere considerata una scelta libera?

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