Nell’ultimo decennio si sono fatti largo il femminismo intersezionale e il movimento LGBTQ+, entrambi parte di quanto viene definito il woke.
Per molte persone, questi movimenti sono un’evoluzione del femminismo e del movimento LGBT, ma la verità non potrebbe essere più diversa. Non c’è stata alcuna evoluzione dei movimenti tradizionali, piuttosto un silenziamento di essi da parte forze nate da un’ideologia dogmatica e per natura antitetica ai movimenti che ha silenziato.
Così movimenti universali, nati in difesa dei diritti e l’affermazione della diversità sono stati oscurati da una nuova ondata relativista, intrinsecamente conservatrice e omologante.
Nella confusione, in un bipolarismo dove chi non la pensa come te è “fascista” o “comunista” a seconda da che parte stai, si è finito per mettere tutto in un calderone, associando cose lontane come il giorno e la notte in ribaltamenti continui.
Anna Paola Concia, Aurelio Mancuso e Alessandra Libutti spiegano le differenze e perché è importante conoscerle.