UNRWA: i tentacoli di Hamas

Secondo il dipartimento di stato americano, Hamas è una delle organizzazioni terroristiche meglio finanziate del mondo.  Riceve dal l’Iran circa 100 milioni di dollari all’anno che costituiscono circa il 70% dei finanziamenti. Dal 2012 ha ricevuto oltre un miliardo di dollari dal Qatar. A questo va ad aggiungersi la pressione fiscale sui cittadini di Gaza; gli aiuti provenienti da organizzazioni umanitarie; le raccolte attraverso gli enti di beneficenza; i dazi sul commercio con l’Egitto; il riciclaggio e infine le criptovalute.

Hamas raccoglie fondi attraverso un’intricata rete di organizzazioni. Sebbene molte di queste dichiarino pubblicamente di sostenere cause religiose o attività civiche, il denaro raccolto viene spesso destinato anche agli operatori, alle famiglie dei terroristi uccisi e all’apparato terroristico stesso. In realtà, non esiste una netta separazione tra le attività civiche e quelle terroristiche di Hamas. In quest’area grigia,  è avvenuta un’infiltrazione inquietante, quando cioè gli operatori di Hamas e quelli delle agenzie dell’Onu hanno finito per coincidere, facendo sì che gran parte degli aiuti forniti per sostenere la popolazione e favorire lo sviluppo divenissero il carburante della Jihad.   

L’UNRWA

L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) è un’agenzia delle Nazioni Unite che sostiene il soccorso e lo sviluppo umano dei rifugiati palestinesi. Il mandato dell’UNRWA comprende i palestinesi sfollati a causa della guerra di Palestina del 1948 e dei successivi conflitti, nonché i loro discendenti, compresi i bambini legalmente adottati. 

Il bilancio dell’UNRWA è stabilito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e deriva quasi interamente dai contributi volontari degli Stati membri. Storicamente, la maggior parte dei fondi dell’agenzia provengono dagli Stati Uniti e dalla Commissione Europea.

L’istruzione è il settore di attività più importante dell’UNRWA e rappresenta oltre la metà del suo bilancio regolare e la maggior parte del suo personale. Gestisce uno dei sistemi scolastici più grandi del Medio Oriente, che comprende 711 scuole elementari e preparatorie, otto scuole professionali e tecniche e due istituti di formazione degli insegnanti. È stato il principale fornitore di istruzione di base ai bambini rifugiati palestinesi dal 1950. 

Il ruolo fondamentale dell’UNRAW nell’educazione dei giovani palestinesi fa comprendere quanto pericolose siano le infiltrazioni di Hamas nel suo interno e come poco o niente sia stato fatto a riguardo negli ultimi 20 anni.

Nell’ottobre 2004, le dichiarazioni del danese Peter Hansen, ex commissario generale dell’UNRWA (1996-2005), accesero il primo campanello di allarme quando dichiarò in un’intervista al canale canadese CBC TV: “Sono sicuro che ci siano membri di Hamas sul libro paga dell’UNRWA e non lo considero un crimine. Hamas come organizzazione politica non significa che ogni membro sia un militante e noi non effettuiamo controlli politici o escludiamo le persone in base alle convinzioni.” 

Prima ancora dunque che Hamas assumesse il potere a Gaza, i vertici dell’UNRWA erano a conoscenza del fatto che all’interno dell’agenzia vi fossero dei simpatizzanti, sebbene Hamas fosse già considerata un’organizzazione terroristica da numerosi Paesi. Hansen arrivò addirittura a dichiarare che, sebbene non effettivi, i sostenitori di Hamas tra il personale dell’UNRWA ammontavano a circa il 30%.

Le dichiarazioni di Hansen spinsero l’allora segretario generale dell’ONU Kofi Annan a non rinnovargli l’incarico, dopo le proteste di USA e Israele che accusavano il danese di essere un “odiatore di Israele” e “tenero con i terroristi”.

Qualche anno dopo, nel 2009, James G. Lindsay, ex consigliere generale dell’UNRWA e collega ricercatore del Washington Institute for Near East Policy, pubblicò un rapporto in cui criticava le pratiche dell’UNRWA. Una delle sue conclusioni era che l’UNRWA non stava estromettendo i terroristi dalle sue fila.

“L’UNRWA dovrebbe apportare le seguenti modifiche operative: interrompere le sue dichiarazioni politiche unilaterali e limitarsi a commenti su questioni umanitarie; prendere più misure per garantire che l’agenzia non assuma o fornisca benefici a terroristi e criminali…”

E ancora:

“L’UNRWA ha adottato pochissimi passi per individuare ed eliminare i terroristi dalle fila del suo staff o dai suoi beneficiari, e nessun passo per impedire ai membri di organizzazioni come Hamas di unirsi al suo staff. L’UNRWA non effettua controlli di sicurezza prima dell’assunzione e non monitora il comportamento durante il tempo libero per garantire il rispetto delle norme antiterrorismo dell’organizzazione. Non esiste alcuna giustificazione per cui milioni di dollari in aiuti umanitari vadano a coloro che possono permettersi di pagare i servizi dell’UNRWA.”

Nel 2013 il tenente colonnello (in pensione) Jonathan Dahoah-Halevi, ricercatore senior sul Medio Oriente e l’Islam radicale presso il Centro per gli affari pubblici di Gerusalemme, affermò che “il sindacato dei lavoratori dell’UNRWA era stato “controllato da Hamas per molti anni.”

Il documento, dal titolo

ESPORRE E RIFORMARE L’UNRWA – Fomentare la violenza: le conseguenze del finanziamento sfrenato degli Stati Uniti all’Agenzia delle Nazioni Unite per i lavori di soccorso per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente 

metteva in luce come si fosse a conoscenza che l’acquiescenza nel consentire a personale vicino ad Hamas di formare una fetta consistente degli organici dell’UNRWA avesse portato ad un reindirizzamento dei fondi verso cause lontane da quelle umanitarie e metteva in guardia gli Stati Uniti dal continuare ad elargire ingenti somme all’UNRWA fino a quando l’organizzazione non fosse stata ristrutturata:

“Non ci sono scuse perché gli Stati Uniti continuino a finanziare in modo sfrenato l’UNRWA, soprattutto date le implicazioni legali e il fatto che i fondi vengono utilizzati per reclutare illegalmente e indottrinare bambini palestinesi innocenti alla violenza suicida-omicida.”

“…l’UNRWA non sta attualmente controllando il proprio personale e i beneficiari rispetto ad alcun elenco contenente individui associati ad Hamas, Hezbollah, la Brigata dei Martiri di Al-Aqsa, la Jihad islamica palestinese o qualsiasi altro gruppo terroristico designato che opera nell’area.”

Nello stesso rapporto veniva anche posta l’attenzione sul fatto che Hamas utilizzasse i fondi dell’UNRWA per creare testi didattici che fomentano odio verso Israele e che i campi estivi allestiti per ragazzi spesso si trasformavano in veri e propri campi di addestramento alla Jihad. Tutto fatto con il favoreggiamento del personale dell’UNRWA vicino ad Hamas.

Già dal 2014 Hamas aveva rifiutato i testi scolastici forniti dall’ONU perché i libri (che insegnavano ai ragazzi temi di diritti umani e di risoluzione pacifica dei conflitti) non corrispondevano all’ideologia e alla filosofia della popolazione locale. Erano poi stati sostituiti con testi basati sulla Sharia e la Jihad.

Malgrado l’iniziativa del marzo 2014 per riformare l’UNRWA annunciata dal Centro per la ricerca politica sul Vicino Oriente, nell’ottobre 2015, almeno dieci dipendenti dell’UNRWA utilizzarono i social media per incitare palestinesi ad attacchi contro israeliani. Uno di questi, su Facebook, invitava ad “accoltellare i cani sionisti“. Il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite affermò che più di 90 pagine Facebook che violavano le regole dei social media dell’UNRWA erano state rimosse.

Pochi mesi prima, nell’agosto 2014, diversi senatori statunitensi avevano chiesto un’indagine sulla presunta partecipazione dell’UNRWA al conflitto Gaza-Israele del 2014, accusando l’UNRWA di essere complice di Hamas. I senatori scrissero: “i contribuenti americani meritano di sapere se l’UNRWA sta adempiendo alla sua missione o prendendo posizione in questo tragico conflitto”. “La comunità internazionale non può accettare una situazione in cui le Nazioni Unite – le sue strutture, il suo personale e coloro che protegge – vengano usate come scudi per militanti e gruppi terroristici”, dichiarò il portavoce del Dipartimento di Stato Edgar Vasquez al Jerusalem Post. “Rimaniamo in intense consultazioni con la leadership delle Nazioni Unite sulla risposta delle Nazioni Unite.”

Tre anni dopo, nel 2017 nelle dichiarazioni pubbliche rivolte al suo gabinetto durante la riunione settimanale, Netanyahu affermò che l’UNRWA stava perpetuando, anziché risolvere, il problema dei rifugiati palestinesi a causa dell’incitamento anti-israeliano diffuso nelle sue istituzioni, comprese le scuole.

“È ora che l’UNRWA venga smantellata e fusa con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.”

Nel 2018, citando “l’incapacità di mobilitare un’adeguata e appropriata condivisione degli oneri”, l’amministrazione Trump interruppe i finanziamenti all’UNRWA. Il segretario di stato Mike Pompeo sostenne che “la maggior parte dei palestinesi sotto la giurisdizione dell’UNRWA non sono rifugiati, e l’UNRWA è un ostacolo alla pace”.

Nel 2021 fu la volta della UE a minacciare di trattenere 20 milioni di euro in aiuti all’UNRWA a meno che non fossero state apportate modifiche immediate al curriculum educativo nelle scuole dell’agenzia. Secondo la risoluzione, il Parlamento era  “preoccupato per l’incitamento all’odio e la violenza insegnati nei libri di testo scolastici palestinesi e utilizzati nelle scuole dall’UNRWA.” 

In questi giorni, sono state sollevate preoccupazioni in merito agli aiuti diretti a Gaza tramite l‘UNRWA, ma il Dipartimento di stato americano ha dichiarato che le Nazioni Unite stanno “monitorando da vicino” che Hamas non dirotti gli aiuti umanitari destinati ai civili a Gaza.

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