𝗗𝗲𝗹𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗰𝗮𝘀𝘁𝗶𝗴𝗼 – di cosa parla veramente?

I classici non sono facili. Molti lettori faticano con la mole di pagine, non ne comprendono il messaggio. 

Provo qui ad aiutare a comprendere 𝗗𝗲𝗹𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗰𝗮𝘀𝘁𝗶𝗴𝗼. 

Come in ogni romanzo di Dostoevskij, in 𝗗𝗲𝗹𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗰𝗮𝘀𝘁𝗶𝗴𝗼 ciascun personaggio chiave rappresenta un’ideologia. Dostoevskij crea degli archetipi e li spinge al limite pratico e coerente al fine di comprendere la moralità o l’immoralità di tale ideologia. 

I temi sono tanti – Lebezjatnikov incarna, per esempio, il socialismo – ma il perno centrale è 𝙡𝙖 𝙘𝙧𝙞𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙖𝙡 𝙣𝙞𝙘𝙝𝙞𝙡𝙞𝙨𝙢𝙤 𝙚 𝙖𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙪𝙥𝙚𝙧𝙪𝙤𝙢𝙤 incarnati da Raskolnikov. 

Delitto e castigo risponde alla seguenti domande: esistono i superuomini? Se sì, hanno più diritti? E se hanno più diritti, possono arrogarsi il diritto di vita e morte verso gli “inferiori”? Fino a dove può spingersi un uomo che, ritenendosi superiore, vuole agire “per il bene dell’umanità”?

In sostanza

Dostoevskij intravedeva nel nichilismo i germi che poi avrebbero condotto al nazismo. La fede in Dio era per lui l’unico antidoto. 

È ironico che Nietzsche, più giovane, fu profondamente influenzato da Dostoevskij ma anche da Darwin e il connubio lo spinse nella direzione opposta da quella auspicata da Dostoevskij.

Cosa succede se non c’è Dio? Che limiti può darsi il non credente? Nietzsche scardinò Dio da Delitto e castigo ed abbracciò un darwinismo da lui rimaneggiato, e pochi decenni dopo, la stessa ideologia che aveva convinto Raskolnikov di avere diritto di uccidere la vecchia per “un bene superiore”, si ebbero i campi di sterminio. 

Come?

Darwin elaborò la teoria dell’evoluzione delle specie secondo un processo di selezione naturale. Nietzsche vi attinse il dovere morale degli uomini di tendere al miglioramento della specie umana . Il nazismo mise in pratica le teorie di Nietzsche.

Vero che Nietzsche non aveva mai parlato di totalitarismo e di campi di sterminio, eppure la sua filosofia li rende impliciti. Dostoevskij lo aveva già compreso ed espresso nel dilemma di Raskolnikov.

Il totalitarismo e i campi di sterminio furono una diretta conseguenza del pensiero di Nietzsche. Come altro si sarebbe potuto altrimenti aderire al dovere morale del “miglioramento” senza eliminare fisicamente gli “inferiori” o impedendo loro di riprodursi? Come farlo senza creare il totalitarismo e il fanatismo così che i perpetuatori non sentissero il peso delle atrocità che commettevano ma anzi si sentissero come salvatori dell’umanità?

L’omicidio di Raskolnikov, come materializzazione del pensiero nichilista, è il punto di partenza di un percorso che ha condotto allo sterminio. Se infatti un essere umano, ritenendosi migliore, si arroga il diritto di uccidere, allora anche una nazione, ritenendosi superiore può arrogarsi il diritto allo sterminio.

➡️Lo straniero di Camus, per esempio, è un rifacimento di Delitto e Castigo in chiave atea: come salvare l’uomo e la morale anche in assenza di Dio? Il delitto dell’arabo non ha neanche bisogno di un movente. È futile, inutile, ma è morale? Cosa sostituisce Dio nel definire ciò che è lecito o no?

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