Una voce per Thomas Jay è più di un audiolibro. È una voce che grida al di sopra delle logiche di mercato e vuole imporsi come un punto di partenza per un ritorno ai contenuti e l’espressione.
Non si può creare arte perché abbia un mercato. La logica è fallace perché castra a priori il prodotto stesso che intende vendere. Ne risulta una generale omologazione, che poi si fraintende come ‘domanda’. In realtà, quella ‘domanda’ è frutto di una manipolazione e una pigrizia che altri non è che la rappresentazione economica del populismo politico: ti prometto quello di cui ti ho convinto che tu voglia avere.
L’artista invece deve poter esprimere e rappresentare la propria visione, perché questo è il suo ruolo. Il pubblico, d’altra parte, va rispettato, cercato, coltivato. L’insieme forma un tessuto compatto che dà vita ad una società migliore.
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