Alle prime battute La casa sull’argine mi è parsa una storia intrigante ma mi lasciava qualche dubbio. Ne rinvenivo echi de La casa degli spiriti di Isabella Allende, ma il tutto sembrava fermarsi in superficie. I personaggi e le loro storie fluivano lungo il Po trascinati dalla corrente della vita. Una famiglia divisa tra sognatori e veggenti sotto l’incudine di una profezia. Mi perdevo tra nomi che confondevo. Cosa comunicava il loro vivere? Qual era il messaggio?
È un romanzo che cresce piano. Di pagina in pagina, il tessuto narrativo prende forma, corpo e sostanza. Le calme acque diventano turbini che trascinano il lettore al centro di un universo umano potente e significativo stagliato sullo sfondo degli aspetti più salienti della storia italiana degli ultimi due secoli.
Meno riuscita la prima parte: troppi personaggi gettati al lettore in modo affrettato. Non si fa in tempo a conoscerli e comprenderli. È nella seconda parte invece che il romanzo spicca il volo: i protagonisti vengono finalmente messi a fuoco e siamo in grado di osservare il mondo con i loro sguardi e provare le loro emozioni. Daniela Raimondi narra con uno stile leggero, disinvolto, eppure profondamente umano. Una scrittura che pare quasi una carezza fino a divenire abbraccio.
Malgrado le iniziali perplessità è un romanzo che nel procedere mi ha conquistata e che ho amato molto.
Ottima la narrazione di Ada Maria Serra Zanetti.
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