La zona della paura – Come la Federazione Russa si serve delle zone di esclusione per annettere territori

Alcune settimane fa mi sono imbattuta in questo interessante articolo postato su Twitter da un’attivista russa sulla situazione in Georgia. Ho voluto tradurlo.

La zona della paura

Di

Maria Kuznetsova

In questo thread, non entrerò nel merito del conflitto tra Georgia, Abkhazia, Ossezia e non parlerò della guerra del 2008. Il mio obiettivo è diverso: intendo mostrare come la Russia abbia creato il fenomeno dell’”uso strumentale del confine” o “annessione progressiva”.

Perché è importante? Innanzitutto, se intendete trasferirvi in Georgia (ndt: riferito ai profughi ucraini), è importante che comprendiate il contesto. Poche persone lo sanno. In secondo luogo, è stato in Georgia che la Russia ha per la prima volta testato i metodi di movimento del confine attraverso una zona di esclusione – qualcosa che in seguito ha cominciato ad usare anche in Ucraina.

Egor Kuroptev @ESK001 , direttore @4freerussia_org nel Caucaso meridionale, racconta come la zona di occupazione si trovi a 100 metri dai villaggi georgiani. Questa è la regione di Kvemo Kartli. Ecco una foto della sua famiglia. I villaggi sono molto poveri, ma la situazione più drammatica è quella lungo il confine.

Ecco una foto della casa di famiglia. Vedete la linea nel bosco? È una nuova strada. Un anno fa, l’esercito russo ha iniziato a disboscare quella zona. Ufficialmente, il territorio appartiene alla Georgia, ma le guardie di frontiera russe sono penetrate per costruire una strada. Quando l’avrenno terminata, aggiungeranno il filo spinato per creare un nuovo confine, rubando altri  200 km del territorio dalla Georgia.

Come funziona? A volte la Russia si serve di team guidate da ingegneri. A volte si tratta di operazioni minori. Là dove il confine passa attraverso i villaggi alle persone capita di svegliarsi e scopriore che parte del giardino non è più loro. C’è stato un caso in cui al mattino una coppia di anziani ha scoperto che il loro bagno era in un altro paese.

È normale per l’FSB russo entrare nel territorio georgiano e rapire civili. In un’occasione, una guardia di frontiera ha attraversato il ponte sul lato georgiano, ha sparato a un uomo sotto le telecamere ed è tornata indietro. Non ci sono state ripercussioni. Racconta ancora Egor Kuroptev: “Le persone vivono male ma non vogliono lasciare la loro terra. I giovani se ne vanno, ma le persone anziane rimangono. C’è stato un caso in cui il filo spinato è stato disposto intorno alla casa di una coppia di anziani (ndt: rendendo di fatto la casa oltre il confine e in territorio russo). Da allora non è più possibile raggiungerli e il cibo viene portato loro e calato oltre la recinzione. Ecco alcune immagini di come vivono gli abitanti:

“Più si è vicini al confine e più è peggio. Vieni attaccato da uomini armati che non sono la tua polizia, non sono il tuo governo, chi sono? E su quali basi di aggrediscono? Viviamo nel terrore”, dice Egor Kuroptev.

Per quanto riguarda l’atteggiamento della popolazione nei confronti dei russi, Egor dice: “alla gente non importa chi siano e da dove vengano, basta che non siano armati, se sono armati, vengono considerati occupanti. Allora quando non sono armati, la gente è ospitale, gli parla in russo e gli offre del vino. Le stesse persone che poi vengono rapite.”

“Fa male a tutti quelli che stanno parlando in questo momento, e a me per quanto stanno facendo i russi (ndt in riferimento al conflitto in Ucraina), e chi nega la loro aggressività è per me un enorme insulto, un enorme dolore. 

La guerra georgiana è andata avanti per 3 giorni, quella ucraina da 8 anni. “Quello che Putin sta facendo ora influenzerà tutti. E non è chiaro come sarà possibile risolverlo in seguito, parlare il russo non significa che non abbiano intenzione di ucciderli. Di questo si dovrà essere consapevoli”. 

Ma c’è dell’altro: gli ufficiali dell’FSB spesso oltrepassano il confine per rapire i georgiani. Di solito si tratta di 5-10 casi al mese. Ma a volte 30-40. Obbiettivo? Spaventano e ottengono riscatti. La chiamano “multa”, ma in realtà è un riscatto. Chiedono 800 lari (sono 250 dollari). I soldi per le famiglie sono insostenibili e vengono raccolti dal villaggio.

Ammiro e mi stupisco dei georgiani con quanta chiarezza separino i russofoni dalle autorità della Federazione Russa. Queste persone vengono letteralmente rapite dall’FSB. Vivono nella paura. E le stesse persone ti chiamano in casa, ti trattano con il vino, sorridono e ridono con te.

Ci sono stati rari casi di russofobia all’inizio della guerra. Ora molto meno. La cosa più ovvia è che una manifestazione a Tbilisi per il regime ha riunito 200 persone. 200 persone quando altre manifestazioni ne attirano migliaia. Ci sono stati problemi con le banche e gli alloggi. Ma ci sono altre ragioni per questo.

Il motivo per cui l’FSB opera al confine con la Georgia è che esiste un accordo illegale tra la Russia e il cosiddetto. Abkhazia sulla protezione del confine. Articolo 4: https://docs.cntd.ru/document/902161632…

Cos’altro si può leggere sulla zona della paura?

 1. Materiale @the_ins_ru

Quando ne abbiamo discusso con il capo del Consiglio di sicurezza georgiano, ha detto: “Ogni episodio è sale sulle nostre ferite. In Russia, sono cinici: Ti amiamo, dicono, poi t’insiltano.” https://theins.ru/politika/128506

2. Intervista al fondatore del movimento contro l’occupazione “Strength in Unity” David Katsarava. Ora è andato a combattere in Ucraina.

 “Stavo solo cercando una mucca. Si è spostata a un centinaio di metri dalla casa. Hanno detto: perché sei venuto qui? https://novayagazeta.ru/amp/articles/2021/12/17/zona-strakha

Cos’altro leggere sulla zona della paura?

 3. La pagina del progetto “Border Zone” di Egor Kuroptev.

Il thread originale contiene anche numerosi video e interviste. Li ho omessi perché privi di sottotitoli, includo comunque il link al thread: https://twitter.com/maria_de_forest/status/1508942156693655562?s=20&t=HIw49lthKQ3Ns4d2Txd8jQ

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